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il libro
Il 14 giugno 2019, centinaia di migliaia di concittadine(i)·hanno manifestato nelle vie del Paese per rivendicare con forza la causa delle donne. È un fatto: nel nostro paese la parità tra i sessi, l'uguaglianza dei salari e dei diritti, ila libertà di movimento e d'azione per le donne sono ancora una chimera. Quest'inizio del ventunesimo secolo è stato segnato dal movimento mondiale #metoo, che ha preso avvio con il caso Weinstein. Ovunque nel mondo la causa delle donne riceve sempre più attenzione mediatica. Nel frattempo, la realtà di tutti i giorni resta preoccupante. In Svizzera (paese considerato sotto molti aspetti modello), le donne si trovano ancora ad affrontare numerose discriminazioni sia nella loro vita pubblica che in quella privata. Rinnovando l'azione fondatrice del primo sciopero delle donne del 14 giugno 1991, i principali sindacati del paese hanno invocato una mobilizzazione generale il 14 giugno 2019.
A Berna, la fotografa Yoshiko Kusano ha una brillante idea: chiedere alle sue colleghe fotografe di documentare la giornata. L'entusiasmo dilaga velocemente: in pochi giorni si costituisce un collettivo di più di trenta fotografe professioniste attive su tutto il territorio elvetico. Si preparano a vivere un giorno ricco di immagini e di emozioni, che merita un’ampia copertura mediatica. Le fotografe hanno una certezza: l'evento deve essere documentato da delle donne. Nei giorni che precedono le sciopero, informano i principali media del paese: immagini scattate da donne saranno disponibili attraverso l'agenzia di stampa freshfocus.swiss.
La giornata del 14 giugno si rivela grandiosa! Decine di azioni in tutta la Svizzera, momenti di complicità e di rivolta, situazioni inedite; le nostre instancabili fotografe documentano e partecipano all'euforia generale. La sera stessa ognuna di loro consegna una parte delle proprie fotografie all'agenzia di stampa freshfocus.swiss. Ci si aspetta un’ondata di richieste. Purtroppo, poche di queste immagini sono state pubblicate. Numerosi media, nonostante il loro impegno a privilegiare le fotografie del collettivo, hanno preferito avvalersi dei loro fornitori usuali - per la maggior parte uomini.
Nel settembre 2019 noi fotografe del collettivo ci riuniamo a Berna per condividere i nostri ricordi dello sciopero. Ci si incontra, per molte per la prima volta, e ci poniamo delle domande importanti: Cosa fare di queste immagini? Cosa conservare di questa giornata indimenticabile? Cosa trasmettere della nostra esperienza? Tutte, senza eccezione, abbiamo constatato in noi l'entusiasmo ancora presente e vivo suscitato da quella giornata, l'energia e le vibrazioni positive superiori alle nostre attese, l’irriverenza, l'intelligenza, l'umorismo, la forza e la volontà incarnate da queste migliaia di donne. Quest'energia ci accompagna ancora e cosi' decidiamo di impegnarci concretamente per conservarne un ricordo tangibile. Il progetto si impone rapidamente; sarà un libro fotografico.
Ci costituiamo come collettivo formato ad hoc per questa iniziativa. Ma da dove incominciare? Si istituisce collegialmente un gruppo di lavoro , ed è il gruppo stesso, le donne che vi partecipano, in nome di tutte a prendere le redini del progetto. Il corpus visivo è già lì, in tutta la sua sovraccarica, traboccante , commovente, eterogeneità. Sono state catturate immagini potenti di folle di persone, dettagli di abbigliamento, scritte, provocazioni, molti sorrisi ma anche rabbia, tanti colori sgargianti, la moltitudine delle emozioni, la generosità dei gesti e inventiva delle tante azioni. Che giornata creativa e memorabile! Quanta immaginazione hanno dimostrato l’enorme massa di partecipanti, in gruppo o singolarmente, nel esprimere le molte rivendicazioni ancora in sospeso!
Ci siamo chieste se occorreva anche aggiungere dei testi alle nostre immagini. Le parole di una sociologa, di una storica del femminismo, di una filosofa, di una scrittrice, per aiutare a meglio inquadrare, spiegare, con maggiore precisione quella giornata. Abbiamo velocemente deciso di no. Le nostre immagini parlano da sole. Devono semplicemente essere pubblicate. La complicità nata tra le donne, davanti e dietro l'obiettivo, fa di questo progetto un oggetto di documentazione unico. Queste immagini scattate da più di trenta fotografe ai quattro angoli della Svizzera dialogano e si rispondono al di sopra delle frontiere linguistiche e generazionali.
Con il sostegno di:
Ringraziamo il fondazione Else von Sick, Ellen Ringier e il fondazione Dr. Adolf Streuli per il suo sostegno.